Appalti aggiustati, corruzione, concussione, un finanziamento pubblico da 1,3 milioni che si disperde, potrebbe sembrare la "solita" storia se non fosse che all'origine dell'inchiesta c'è anche una formale diffida di Steven Tyler, leader degli Aerosmith. Ma cosa c'entra lui con un paese di 5mila anime dell'entroterra crotonese? Steven Victor Tallarico ha origini italiane e il nonno Giovanni negli Stati Uniti ci è arrivato da Cotronei. L'avvocato Nino Grassi, cugino della star, nel 2013 incontra Tyler alla fine di un concerto e cominciano a parlare di un museo del rock che mai ha visto la luce. L'idea gli piace, promette addirittura un concerto per l'inaugurazione, ma pone una condizione: che il museo fosse realizzato a Palazzo Bevilacqua, vecchia residenza di famiglia nel borgo storico. Ma il palazzo è abbandonato da tempo, ma ha dei proprietari, con cui non si riesce a trovare l'accordo, il museo quasi subito viene dirottato su un altro immobile, comprato a peso d'oro. Quando Tyler viene informato, non gradisce. Per nulla. Diffida il Comune dall'usare il proprio nome e giura che non metterà a disposizione neanche uno dei suoi vecchi cimeli. Eppure, si procede con il museo, inanellando falsi su falsi.
I pm lo scoprono quando iniziano a spulciare la valanga di carte allegate all'esposto presentato, ma è un vaso di Pandora che si scoperchia: quella del (mai nato) museo del rock non è stata l'unica operazione spregiudicata delle ultime due amministrazioni.